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      Inoltre, noi crediamo aver dimostrato che in quella insurrezione prese veramente parte repentina ed efficace all'incirca un millione di popolo, e che gli altri sei milioni vennero da varie influenze rattenuti; e vuolsi notare che le regioni ora presidiate dall'Austria ne hanno poco meno di dodici milioni. E se i popoli hanno fatto infelici esperienze, e hanno ragione d'esser più cauti, hanno anche maggiore l'odio; e se hanno la pratica della paura, hanno anche quella delle armi e dei pericoli, e la coscienza di ciò che potevano fare e non hanno fatto. E anche il nemico ha fatto le sue esperienze; e non vi sarà più chi "vanti apertamente, nei circoli del maresciallo, che la prima palla dei cannoni del Castello contro le aguglie del Duomo avrebbe domato qualunque movimento in Milano". E Milano, e Venezia, e Brescia, e Vicenza, e Bologna sono nomi che nei computi militari hanno preso ben altro valore. Il nemico ha provato il coraggio dei popoli, e sa di avere stoltamente abusato della vittoria; e teme la rappresaglia delle rapine, delli omicidi, del bastone. È vero che ora contro molte città stanno pronte le bombe; ma è vero altresì che l'incendio di qualche centinaio di case non varrebbe gran fatto a spaventare un popolo, che ha posto il foco a molte case colle proprie mani. E forse, a tempo e luogo, non vi sarebbe chi avesse il coraggio d'accendere quelle bombe e di avventarle, perchè il popolo avrebbe esso pure in mano qualche pegno; e quando il torrente dell'insurrezione fremesse intorno alli isolati baluardi, non tutti i capitani vorrebbero con siffatte inutili sceleratezze chiamar sul loro capo inesorabili vendette.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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