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      E così fu quasi aratro che passando lasciò profondamente sovverso il suolo; non era intonazione d'un'èra novella, ma preparazione e preludio. Era un nome di guerra; e la guerra fu fatta. E v'è tra il nome di Pio IX e quello di Carlo Alberto questo divario, che al suono del primo nome il popolo corse all'armi; e al suono del secondo le depose. Coll'uno si inaugurò l'unanime oblio delle opinioni, la lega improvisa, l'improvisa vittoria; coll'altro, le gelosie dei principi, le fazioni dei popoli, la mirabile impotenza. Ora ambo i nomi son parole morte.
      E così trapassano le apparenze e le finzioni, e sopravive la verità. Non fu solo nel nome dei novatori, che fu iniziata l'èra della libertà in Inghilterra, in Olanda, in America; ma nel testo medesimo dell'evangelio. Epperò la riforma non avrebbe potuto naufragare per fallibilità e volubilità dei novatori. Essi non si erano imposti alle nazioni come maestri e padri, accaparrandosi in perpetuo le menti e le volontà; ma avevano chiamati gli uomini alla parola del Libro, qual ch'ella fosse. Essi avevano posto in mano a tutti il volume in cui si legge: "nè vogliate chiamare alcuno in terra vostro padre, poichè il solo padre vostro è quegli che sta ne' cieli; nè siate chiamati maestri, perchè l'unico vostro maestro è il Cristo" (MAT., 123). Or dunque, come osava alcuno in terra nomarsi padre santo, santissimo, e infallibile maestro?
      E così molti insegnamenti di libertà stanno nell'evangelio; ma il popolo li ha sempre ignorati; perchè quello è tesoro del quale i nemici della libertà tengono la chiave.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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