E qui d'altra parte vien dimostrato che se potč riposarsi tre giorni in Lodi e Crema, e ripigliarvi lena, ordine e coraggio per la ritirata ulteriore, fu perchč i patrizii bresciani avevano con insano consiglio protetto il ritorno di Schwarzenberg ai ponti dell'Ollio, e rattenuto con ogni arte in Brescia quel popolo vittorioso.
Il lettore saprā dar pregio a parecchi diarii e moltissime lettere che abbiamo raccolto dalle squadre de' volontari, che in quei sedici giorni riempivano l'intervallo fra i due eserciti, preoccupavano le pianure di Treviglio e di Chiari e perfino le vaporiere del lago di Garda, precorrevano d'un giorno al di lā del Mincio l'avanguardia del re, e con impedire ai nemici di vettovagliar Peschiera gli assicuravano quell'unica sua conquista. Fra le lettere inedite additeremo a certi scrittori di poca fede, quelle, per esempio, di Luciano Manara che si chiudono con un evviva alla republica, con un evviva alla democrazia in tutto il mondo. I quali gridi non si udirono mai di que' giorni nelle piazze delle cittā, come pretesero poi molti in Piemonte, ma solo a quell'estrema avanguardia, fra le sentinelle perdute. Anche delle lettere non inedite riusciranno tuttavia nuove a molti, quelle, per esempio, del Torres, che il 3 aprile scriveva da Leno a Radetzky in Monte Chiaro, invitandolo a sgombrare per la seguente matina: "Deciso come sono, egli diceva, d'entrare ad ogni costo in Monte Chiaro la giornata di dimani, mi reco a dovere di rinovarvi l'istanza giā fattavi con successo in Crema". Nč parrā meno nuovo a molti, che, in quei giorni di basse aque, il tenente maresciallo Gyulai si desse la briga di rispondergli quella sera medesima, senza nemmeno dirsi offeso della baldanzosa dimanda.
| |
Lodi Crema Schwarzenberg Ollio Brescia Treviglio Chiari Garda Mincio Peschiera Luciano Manara Piemonte Torres Leno Radetzky Monte Chiaro Monte Chiaro Crema Gyulai
|