E standosi in Brescia, e richiesto d'impedire le rapine della retroguardia austriaca nel prossimo Calvisano, trasmetteva la preghiera al Torres, il quale non aveva cavalleria e aveva quattro o cinque cartucce per uomo: "Je suis trop éloigné de Calvisano pour empêcher cette exaction qui doit avoir lieu demain. Il n'y a pas de doute que si vous étièz a méme de faire une simple démonstration vers Calvisano, vous rendriez un service très important aux habitants". Per quanto noi possiamo congetturare di siffatti arcani, la deliberazione d'assalire, e di mutar l'occupazione in guerra, fu presa solamente il 4 aprile in consiglio di guerra a Cremona, quando la ritirata dell'Austriaco era compiuta, e riparati gli effetti della sua rotta. Ancora in quel dì, il general Bava "fu d'avviso che le truppe dovessero tener la strada di Piadena, Bozzolo e Marcaria, sia per evitare le pianure di Ghedi e Monte Chiaro, sia per appoggiare l'insurrezione di Mantova". È da ridere; perchè il 4, Monte Chiaro era già occupato da Torres; Arcioni e Manara fugavano il nemico in Salò e prendevano le pentole della sua cena; Radetzky stava già da due giorni in Verona; e Mantova era già da due giorni disarmata. Così sfumano al duro confronto delle date di giorni e di luogo, le istorie di Schönhals e di Bava e altri simili libri di partito e non d'arte militare. Vediamo confermato in parecchie lettere del Martini come l'esercito sardo fosse guidato da officiali che non avevano carte geografiche.
Nè si trattava d'imprevista e strana spedizione in Africa o in Asia, nè solo in paese vicino e nazionale, ma in quello che dai tempi d'Annibale, di Barbarossa, di Carlo quinto, di Napoleone fu sempre il campo classico delle battaglie.
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