.. Egli pone in colonna tutti i granatieri; li fa erompere per la porta che dà sul ponte, a passo di corsa...".
Se ora mettiamo a paragone il diario d'un officiale della brigata Savoia, la vediamo il 29 marzo in Pavia; il 30, il 31 marzo e il 1º aprile in marcia per Lodi; il 2 in contromarcia per Codogno, ove sta immobile il 3 e il 4. La via diretta da Pavia a Codogno è 22 miglia. Non sono 40 miglia superate in un giorno e mezzo; ma 22 miglia in sette giorni!
Chi avesse avuto nell'animo i grandi esempi, avrebbe abbandonate al più militare de' suoi generali le brigate Bes e Trotti, ch'erano le più vicine alla frontiera; non avrebbe dato tempo al nemico di posare una sola notte; l'avrebbe còlto ancora sui bastioni di Milano, o alla stretta tra Porta Romana e il Lambro, o ai ponti di Landriano e Marignano; o per Pizzighettone, ch'era aperto, lo avrebbe sopragiunto al di là dell'Adda, colle paludi di Crema alle spalle; o fra i canali e le leve in massa di Brescia e di Cremona. Valevano più due brigate e il rimbombo notturno di due batterie in quell'istante e su quel terreno, che non dieci brigate e dieci batterie sotto le mura di Verona in maggio o in giugno. Con qual impeto non dovevano precipitarsi sul fianco della carovana nemica giovani squadroni intatti e freschi di poche ore dalla caserma, liberi d'ogni ingombro, inebriati dal plauso delle donne e dalla vista di uomini vittoriosi! Noi li abbiamo uditi il 26, alle porte di Milano, quando il popolo in armi li accoglieva gridando: Viva i piemontesi! rispondere con coscienza vera di soldati: No, no; viva voi!
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