Additeremo anche le tristi confessioni prese dai libri del conte della Margarita e del marchese Gualterio. Additeremo quello sulla Campagna d'Italia d'un officiale di stato maggiore e le Memorie e Osservazioni d'un familiare del re; l'uno dei quali allude a molte cose, che noi ben vorremmo meglio chiarite, ove scrive che "la fazione assolutista fu la sola che riescì allora a' suoi disegni e si governò con astuzia e intendimento". E l'altro dice ancor più che noi osammo dire, ove attribuisce le sventure dell'esercito a ben altro che ad errori d'arte militare: "Ciò che gli spiriti leggieri e superficiali tacciano d'ignoranza (esso dice) non era forse che il risultato del calcolo: e del calcolo più profondo".
Ma se il calcolo fu profondo, o per vero dire fu profondamente falso da una parte, non fu men profondo e meno falso presso l'altra delle due congreghe secrete, fra le quali ondeggiava a quei tempi, per vecchio suo vizio, quella corte. Se nefando era il consiglio che mirava a ricondurre per la via d'un sanguinoso disastro la casa di Savoia a uno stato di monastica inerzia e nullità, delirio era il consiglio che la spingeva, ad un tratto e sola, contro l'Austria e contro tutti i principi d'Italia.
Ben le fu dato, o veramente gettato inanzi e non venduto, un altro consiglio, un consiglio affatto semplice e militare, qual poteva venire in mente a chi era sotto il rombo della mitraglia: Combattere; mirar solo alla vittoria; valersi alla vittoria di quante forze prorompevano allora spontanee da tutti gli Stati d'Italia.
| |
Margarita Gualterio Campagna Italia Memorie Osservazioni Savoia Austria Italia Combattere Stati Italia
|