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      La vera e non insidiosa e non odiosa egemonia doveva consistere nell'avventarsi al primo e più vicino posto sul campo; e questa egemonia da nessuno poteva preoccuparsi al Piemonte, quando il campo sul quale errava un nemico già stanco e snervato era ad una mezza marcia dalle sue frontiere.
      Il consiglio fu inviato in tempo, al primo lampo della vittoria del popolo, nel terzo giorno del combattimento; fu inviato per di sopra alla cerchia ancora intera di ventimila nemici: "Milano, per compiere la sua vittoria, dimanda il soccorso di tutti i popoli e principi d'Italia; e specialmente del vicino e bellicoso Piemonte!"
      E compiuta la vittoria, ancor non era da pensare a far sacco; nè a risuscitare in Italia contese di terra e di confini.
      Era bastevole profitto per il Piemonte, da mero brano d'una nazione impotente e oppressa, divenire con uno splendido fatto di guerra membro d'un corpo vivente, forte, e libero; potente a' suoi confini quant'altra qualsiasi nazione, dieci volte più popoloso della Svizzera, e in commercio sicuro e vicino con essa: epperò certo della sua alleanza, ogni qualvolta il volesse, a fronte di qualsiasi turbatore, seppur poteva sorgere nuovo turbatore contro chi non avesse ingelosito chicchessia con atteggiamenti da conquistatore, ma contenute le armi vittoriose entro il sacro limite della commune difesa. A chi giaceva così basso, come da tanti anni l'Italia, doveva parer bastevole profitto porsi tutta alla condizione medesima che fu paga di prefiggere a sè nel 1814 la Germania vincitrice!


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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