Questi doveva giudicare i popoli, proteggerli contro le indebite esazioni, difenderli colle armi, e sopratutto onorare i bramini, i quali pur facendolo di lunga mano loro inferiore in dignità, lo annunciavano deputato dal creatore alla conservazione dell'ordine divino, cioè della potenza braminica; e quindi lo acclamavano Dio sotto umano sembiante. Il godimento universale della terra, in una delle più vaste e ubertose regioni del globo, era una bastevole mercede per assicurare ai bramini la fedeltà di quelle tribù di montanari, che avevano trascelte al privilegio delle armi fra una colluvie disarmata e avvilita dalla ferrea disciplina della casta e del "bagwar". "Costoro" diceva sin da' suoi tempi Arriano "attendono solo alle cose militari, poiché altri ha cura dei loro cavalli, delle armi, delli elefanti e dei carri. Quando [800] è da combattere combattono; ma tornata la pace, fanno gioconda vita, provvisti di sì generoso stipendio publico da sopperir largamente anche ai loro seguaci." (15).
Esterminati i figli del sole, cacciati fuori della penisola o nella sua meridionale estremità li austeri oppositori Buddisti e Giaini, che richiamavano le cose all'antica purità, spogliati e legati alla gleba i possessori, relegati nel commune li artefici, i trafficanti, e persino i cultori della musica e della poesia, interdette colli scrupoli d'un'impura convivenza le lunghe navigazioni, chiusi colle castella delle tribù militari i pochi accessi che non erano cinti d'alpi e di mari, mancava solo per rendere perpetuo quel dominio che si cancellasse nei popoli ogni notizia d'uno stato anteriore, e ogni idea d'una diversa esistenza.
| |
Dio Arriano Buddisti Giaini
|