Laonde si proscrisse ogni studio del passato, e per sommergere ogni data istorica si divisò un'imaginaria tessitura di più millioni d'anni, divisi in quattro età; delle quali l'età presente, o "cali yuga", deve durare per 4320 secoli; quella che decorse innanzi a questa, o "dwapar yuga", ebbe un numero duplo di secoli (8640); e prima ancora era spirato il "treta yuga" con un numero triplo di secoli (12960); e il "satya yuga" con un numero quadruplo (17280); e prima di queste si erano volte altre età divine, nel cui novero la mente si smarrisce. Per mezzo dei poeti officiali imposti ad ogni commune s'intruse nella memoria dei popoli una congerie di legende confuse, che narravano apparizioni e figliazioni d'innumerevoli divinità, e combattimenti contro i selvaggi e li empii, figurati come orride belve. Un immenso apparato poetico divenne l'allettevole involucro di perverse e insocievoli dottrine, le quali ammorzarono in cento millioni d'uomini il senso del vero e del falso, l'intendimento dei communi interessi, il lume della ragione e della coscienza. Ma questo dominio dell'imaginazione su le altre più severe facoltà produsse quello splendido edificio di poesia, i cui frammenti con dotte fatiche estorti al geloso bramino, e tradutti nelle nostre lingue, empirono d'ammirazione li studiosi. Al tempo medesimo, entro il recinto dei collegi braminici, la dottrina poté esercitare [801] per secoli tutte quelle meditazioni che, non toccando il vietato terreno dei publici interessi, contemplavano l'essere umano al di fuori dell'esperienza naturale e civile, e sopratutto nella potenza astratta del pensiero; e poté compiere quell'immensa elaborazione di filosofie, che ad alcuni parvero ripetere, tutto ciò che le altre nazioni pensanti vennero poi divisando.
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