Tutti li scrittori ripetono che i due colossi europei, il britannico e lo slavo, si vanno sempre più avvicinando, che debbono un dì cozzare su l'altipiano dell'Asia, e che già le produzioni delle due industrie si contendono li appartati bazari di Chiva e Samarcanda. - Per ciò che riguarda un combattimento fra le due industrie, esso sarebbe ancora troppo ineguale, e non è cosa da ragionarsene per tutto questo secolo XIX. E per ciò che riguarda i continui passi verso l'Oriente, noteremo solo che nel 1717 Bekewitch entrava con un esercito in Chiva, mentre nel 1839 Perowski con dieci mila cameli, e coi soldati in pelliccia e maschera di panno e occhiali di crine, rimase a mezza via. Nel 1722 la Russia aveva un piede a mezzodì del Caspio, mentre oggidì combatte ancora sul Caucaso. Al contrario li Inglesi in meno di cento anni tramutarono tre piccole fattorie in un vastissimo imperio.
Pare che li Inglesi debbano la prodigiosa loro conquista al semplice fatto, che, durante il regno di Luigi XVI e nelle agitazioni che poi seguirono, essi rimasero nell'India soli. La vittoria apparteneva sempre a un pugno d'Europei, mentre un altro pugno d'Europei nelli opposti eserciti avrebbe ristabilito l'equilibrio. Un più efficace strumento di conquiste fu la destrezza dei residenti e l'arte [824] di tessere alleanze colle corrotte e perverse corti indigene; ed essa pure avrebbe potuto facilmente contrariarsi ed elidersi dall'arte eguale d'altra qualsiasi potenza. Ora, questa pugna dell'arte coll'arte, se mancò in India, non mancherà in Turchia, in Persia, in Afgania, in Bocaria.
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