L'Austria disfece il nostro ministerio della guerra, lo stato-maggiore, l'artiglieria, il genio, i collegii militari, le fonderie di cannoni, le fabbriche d'armi e di panni, e da ultimo l'istituto topografico, tutti insomma gli elementi della milizia, usurpandosi senza compenso un valsente di cento milioni in apparati di guerra e marina.
Ma la ferita più funesta fu per noi l'essersi tolto ai nostri soldati l'abito nazionale; poichè l'uniforme austriaca rese odioso il tirocinio militare ad ogni giovine che avesse senso di dignità. Epperò ad acquistarsi la perizia d'officiale poterono d'allora in poi pervenire quasi solo quegli infelici che le famiglie loro non potevano o non volevano riscattare dalla milizia. Nel che appare la differenza che è tra l'indole francese e la tedesca; perocchè l'Austria ne tolse l'esercito che la Francia ne aveva dato. Come questa ci aveva voluti e ci vuole armati e forti così quella ci voleva e ci vorrebbe inermi e imbelli; e si compiaceva di farci ad ogni volta riputar tali a tutta l'Europa.
E qui giova additare una delle arti colle quali l'Austria ridusse all'ossequio e all'impotenza le bellicose genti del suo dominio. Riserva ella ai soldati dell'arciducato d'Austria e di quelle vicinanze l'esclusivo esercizio dell'artiglieria e di tutte le più alte parti della pratica militare, rattenendo ciascuna nazione nell'uso di qualche arme particolare, sicchè non mai possa avere in sè medesima un tessuto intero d'esercito. Così li Ungari non hanno altra cavalleria che d'ussari; i Polacchi, di lancieri; solo i paesi della lega germanica danno la cavalleria greve.
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