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      Al primo di gennaio, i giovani di tutto il regno si erano invitati fra loro a non fumar più tabacco, per togliere alla finanza austriaca una delle sue principali entrate. Lo stato-maggiore distribuì tosto trentamila cigari ai soldati, e dando loro quanto denaro bastasse a ubriacarli, li mandò ad accattar briga in città. I medici delle prigioni riconobbero nelle vie bande di condannati, alcuni in atto di fumare per irritare il popolo, altri in atto d'urlare dietro ai soldati che fumavano. Alla sera del 3 gennaio, granatieri ungaresi e dragoni tedeschi si avventavano colle sciabole sulla gente che moveva pacifica per la città; evitando i giovani, ferivano e uccidevano vecchi e fanciulli. Si seppe che arrestati molti cittadini si trovarono senz'armi; onde fatta manifesta la vile insidia dei militari, molti dicevano apertamente: un'altra volta noi pure saremo armati; e si vedrà!
     
      Frattanto l'opposizione preparava i materiali della riforma. Poco dopo il 3 giugno, il matematico Gabrio Piola propose che l'istituto delle scienze facesse rapporto sull'insegnamento e sulla stampa. Nominati tosto in commissione Pompeo Litta, Piola, Restelli, Rossi ed io, che fui il relatore, temperandoci dall'acerba censura del presente, ordinammo il nostro scritto all'ulteriore sviluppo dell'insegnamento, valendoci di forse quaranta rapporti speciali che furono alacremente forniti dai colleghi. Dimandammo le riforme suggerite dai tempi, nell'alte scienze, nell'agricultura, nell'industria, nel servigio sanitario.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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