VIl Consiglio di Guerra
Il primo servigio che un Consiglio di Guerra doveva rendere, era quello di collegare fra loro li sforzi finallora sconnessi, del popolo combattente. I corpi che il nemico teneva nel cuore della città, si poterono con mosse molto semplici e agevoli avviluppare; parecchi rimasero prigioni. Restò in nostra mano la famiglia del direttore di polizia Torresani; e venne trattata con ogni riguardo. Anche il conte Bolza, il più disperato de' suoi satelliti, quello che aveva diretto le stragi di settembre e gennaio, restò senza scampo. Mentre si cercava un nascondiglio, alcuni popolani vennero a dimandarmi, se trovandolo dovevano negargli quartiere. - "Se lo ammazzate, risposi, fate una cosa giusta; se non lo ammazzate fate una cosa santa." - Fu salvo. - Si dice ora ch'egli abbia rifiutato di mettersi all'infame mestiere; e che anzi sia andato a cercar pace a' suoi rimorsi in terra lontana. E' di fatto, che, fuori del combattimento, i nostri non versarono una stilla di sangue. Per confortare quei generosi sentimenti, il Consiglio di Guerra sparse per la città il seguente avviso:
Prodi cittadini! - Conserviamo pura la nostra vittoria. Non discendiamo a vendicarci nel sangue di que' miserabili satelliti che il potere fugitivo lasciò nelle nostre mani. E' vero che per trent'anni furono il flagello delle nostre famiglie. Ma voi siate generosi, come siete prodi. Puniteli col vostro disprezzo.
Un officiale, oriondo inglese, per nome Cracroft e il conte di Thun-Hohenstein furono i due primi che vennero condotti prigionieri al Consiglio di Guerra.
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