Pagina (51/315)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si udivano officiali ben nati aizzare a crudeltà il soldato, dandogli a credere bugiardamente che i cittadini facessero scempio dei prigionieri. Tanto la condotta dei nostri nemici disonora la civiltà germanica quanto quella del nostro popolo onora la infelice Italia.
     
      Eravamo omai padroni della cerchia più interna e popolosa della città, sino a quella larga fossa che i nostri antichi scavarono per difendersi dall'imperator Federico, e che venne poi rivolta ad uso della navigazione. Per communicare coi combattenti omai lontani, imaginò Cernuschi una specie di posta, adoperandovi principalmente li allievi d'un collegio d'orfani, che passano il giorno in città ad apprendere i mestieri, riconosciuti pel loro vestimento, attraversavano rapidamente la folla che custodiva le barricate, prestando opera sollecita e sagace.
      Ma era pur mestieri sapere ciò che avvenisse fuori della fossa interna, d'onde sino alla cerchia de' bastioni il nemico teneva vasta parte della città; ed era da esplorare anche la circostante campagna. A tal d'uopo il Consiglio di Guerra invitò li astronomi e li ottici a collocarsi su li osservatorii e i campanili; e di là spedirci d'ora in ora brevi note; anzi, per non perdere tempo a scendere e salire per lunghe scale, alcuno imaginò d'attaccar quelle note a un anello che si faceva scorrere lungo uno filoferro. E poco di poi si pensò di mandare in aria palloni, che seco portassero i nostri proclami. Li Austriaci, accampati sui bastioni, stavano attoniti mirando quelli aerei messaggeri sorvolare alle loro linee, e li bersagliavano con vani colpi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





Italia Federico Cernuschi Consiglio Guerra Austriaci