Questa sera, se riescono i concerti fatti or ora, sarà spezzata la sua linea lungo i bastioni; e per poco che tardi a mettersi in ritirata, non troverà più strade. - Infine, quando pur ci dovesse mancare il pane, meglio morir di fame che di forca". -
I conti Casati, Durini e Borromeo, propugnando fra quella tanta effervescenza d'animi l'armistizio, si erano messi affatto a nostra discrezione; poichè si udivano affollati all'uscio i giovani vociferare sdegnosamente contro qualsiasi aggiustamento. Dopo essere uscito a tranquillarli, io pregai Casati a por fine a un diverbio oramai ozioso; poichè troppo era manifesta l'impossibilità di far deporre alla gioventù le armi, che aveva sì felicemente impugnate.
Dopo pochi momenti, giunsero vestiti dei loro uniformi i consoli; e udirono il rifiuto dell'armistizio dalla bocca dell'eroico podestà. Ancora quella volta, noi concedemmo ai nostri avversarii un immeritato vantaggio; tanto è vero che non operavamo per ambizione di parte, ma per sentimento di cittadini. Strinsi la mano a quei rappresentanti dell'Inghilterra e della Francia, senza frammettere allusione veruna ai nostri dissidii. E' verissimo però che nella lettera indirizzata dal Casati ai Consoli, e da questi publicata, il rifiuto dell'armistizio venne attribuito al volere del popolo.
Erano quei signori appena usciti, che apparve in seno all'assediata città il conte Enrico Martini, inviato allora del re Carlo Alberto a noi, come, poche settimane dopo, fu inviato nostro a Carlo Alberto.
| |
Casati Durini Borromeo Casati Inghilterra Francia Casati Consoli Enrico Martini Carlo Alberto Carlo Alberto
|