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      Codesta correvolezza a pigliare incarichi fra loro contraposti, ci ricorda il fu poeta Sgricci, che quando improvisava le tragedie, si posava a destra per far la parte di Giasone, e poi a sinistra per far quella di Medea.
      Il Martini doveva dirci, che se volevamo solamente far dedizione del nostro paese a quel re, l'esercito suo verrebbe immantinenti in nostro aiuto; si trattava dunque di costruir subito un governo provisorio, che potesse indirizzargli una dichiarazione valevole. - Ed ecco il Consiglio di Guerra invitato un'altra volta dal conte Casati e collaboratori a dire il suo parere. E' chiaro che la politica della municipalità ci dava quasi più facende, che non la guerra col maresciallo Radetzki.
      Prendendo la parola per i miei colleghi, dissi, che il paese era dei cittadini; che toccava loro a disporne come intendevano; che nessuno aveva facoltà di darlo, senza il voto loro, a chicchessia. Ora, non era quello il momento di chiamarli a siffatte votazioni. Intenti a difendere le vite loro e le famiglie, non potevano in quell'istante lasciare il combattimento per dedicarsi alle deliberazioni politiche. Era altresì probabile che surgessero a tal proposito dispareri, e fors'anco gravi dissidii. - "Signori, il giorno della politica non è questo; abbiamo trovato intempestivo il pronunciare jeri l'altro la republica; non è meno intempestivo il pronunciare quest'oggi il principato. Dacchè Dio ci manda la libertà, teniamola almeno per qualche giorno. Vi è dunque così molesto d'essere, una volta in vita vostra, padroni di voi?


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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