Iniziate l'era novella col rispetto a tutti i diritti e a tutte le opinioni, e col rispetto anche alle illusioni generose della gioventù, almeno fintanto ch'essa sta combattendo per voi. Quando l'avremo finita col nemico, quando la causa sarà vinta, allora vedremo. Allora potremo come nelli altri paesi liberi, dividerci in quante mai parti vorremo." -
I servili tornarono allora a ramentarmi il difetto delle munizioni e l'insufficienza generale delle forze. - "Ciò dimostra, io dissi, che non occorreva spronare con tanta fretta il popolo a una sollevazione per cui nulla si era preparato. Il Consiglio di Guerra vide così chiara questa insufficienza, che fin dal primo istante parlò sempre dell'Italia. E' necessario aver tutta l'Italia; e forse nella presente scompagine delle sue forze, potrebbe non essere ancora sufficiente all'impresa. Ora, se noi cominciamo a darci al Piemonte, non potremo aver con noi li altri Stati d'Italia. Tornerà l'antica istoria dei re longobardi e dei duchi di Milano, che misero in sospetto e nemicizia tutta la penisola." -
Mi risposero allora che la rimanente Italia non poteva apportarci soccorsi ben pronti nè considerevoli, che il re Carlo Alberto era alle nostre porte; ed era necessario metterci in sua mano se non volevamo sopportar soli tutto il peso della guerra. Io risposi : - "Se con Carlo Alberto volete far patti, non è il momento; sareste come il povero sulla porta dell'usuraio. Se volete darvi senza patti, nessuna maggiore imprudenza. Come mai fidarvi a un principe che vi ha già traditi un'altra volta, e che in questo momento medesimo vi lascia qui sotto alla mitraglia?
| |
Consiglio Guerra Italia Italia Piemonte Stati Italia Milano Italia Carlo Alberto Carlo Alberto
|