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      Se poi ciò non riesciva, e Carlo Alberto restava il solo nostro alleato, e occupava coll'esercito il paese, ne restava naturalmente padrone. In questo caso, purchè solamente vincesse, i cittadini coll'acquisto dell'indipendenza forse si consolerebbero della perduta libertà; ed egli potrebbe riposarsi sulla loro gratitudine e rassegnazione; ma non doveva esigere adesso il prezzo d'un servigio che peranco non ci aveva reso. Il conte Martini avendomi allora pregato di mettere in scritto questi sentimenti, io gli diedi la lettera seguente.
     
      Dal Consiglio di Guerra, 21 marzo 1848.
     
      La città è dei combattenti che l'hanno conquistata; non possiamo richiamarli dalle barricate per deliberare. Noi battiamo notte e giorno le campane per chiamare aiuto. Se il Piemonte accorre generosamente, avrà la gratitudine dei generosi d'ogni opinione. La parola gratitudine è la sola che possa far tacere la parola republica, e riunirci in un sol volere,
      Lo saluto cordialmente.
     
      Carlo Cattaneo.
     
      Senonchè, le sollecitazioni del Martini, e più ancora la crescente sicurezza della vittoria, dovevano in breve determinare la municipalità a dichiararsi governo provisorio. Considerando adunque che in tal caso cesserebbe in noi quell'apparenza officiale che poteva dare qualche effetto alla nostra opinione, abbiam voluto raccomandare ancora una volta ai cittadini la federazione militare di tutti i popoli d'Italia:
     
      Oramai la lutta nell'interno della città è finita. E' tempo che le città vicine si scuotano e imitino l'esempio di questa.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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