Col motto a causa vinta additò la sola via di conservare fino al dì della pace la concordia che ci faceva vittoriosi. Volle conciliare il voto dell'indipendenza col rispetto alla libertà; volle sostituire alla conquista piemontese la nazionalità italica, appellando tutta l'Italia sul campo dell'onore, riservando l'arbitrio del futuro al congresso della nazione. Si adoperò tanto a dilatare e infiammare l'insurrezione, quanto i suoi avversari si adoperarono a esaminarla ed ammorzarla. Ma il Consiglio di Guerra visse solo quarant'otto ore.
VIIl Comitato di Guerra
L'esercito di Radetzki non aveva più forza di domare la città. Rimaneva a noi di dargli lo sfratto. A tal uopo bastava intercidere la sua linea sui bastioni; poichè i corpi ch'egli aveva accampati ad ogni porta, sarebbero rimasi subitamente privi d'indirizzo e di vittovaglie. Ma nel Comitato di Guerra i pratici inculcavano di non far punte, e di allargarsi equabilmente in tutto il giro delle mura; sicchè seguendo quella norma, avremmo dovuto giungere al bastione nella parte di levante, ossia di Porta Tosa, che è la più vicina al cuore della città. Ma è quartiere di poco popolo; onde mi pareva che ad occuparlo legassimo molta parte delle nostre forze, senza potervi trovare di che ingrossarle. Non opponendomi a codesto disegno, anzi prestandomi quanto per me si poteva ad effettuarlo, pensava nondimeno che convenisse liberare immantinente un rione anche più lontano, solchè potesse fornire gente e armi. La quale mi pareva una regola ben chiara di quella nuova dottrina militare delle barricate, che Dio destina a svergognare e conquidere li eserciti stanziali, solo ostacolo ormai alla libertà delle genti.
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