Temeva però del pari che vi si annidasse qualche nuovo principe.
Il nome della libertà attraeva li animi nostri verso la Francia. Necessitava dunque d'intercettare quella vibrazione magnetica che moveva dalla Transalpina alla Cisalpina. Tale è l'officio avito e perpetuo della casa di Savoia. Doveva ella pertanto precorrere in Italia le influenze francesi; volgere a suo prò quel tedio della gloria, quell'affettazione di vulgare interesse, onde Luigi Filippo avevali infetti, e per la quale s'erano sviati dall'adempiere il voto fondamentale della loro rivoluzione, ch'è d'essere occasione di libertà al genere umano.
Carlo Alberto non si era tampoco avvisato di riconoscere la rediviva republica. In sostanza, quel principato savoiardo è una reliquia della defunta feudalità francese ; v'è dunque fra esso e la republica un odio domestico e necessario. E' meno amaro a quella corte l'essere calpestata dall'Austria, che protetta dalla Francia. Meglio perire che implorare quelli aborriti soccorsi. Far da sè.
Fu con quella fatale parola che Carlo Alberto si strinse in alleanza con noi(3).
Codesta avversione al chiamar partecipe della nostra guerra la Francia, doveva anzi aggiungere stimolo a questa di parteciparvi, porgendole indicio d'una grave importanza che per essa vi fosse. Rimovendo anche ogni geniale impulso, la Francia non poteva vedere con pace che le forze d'Italia cadessero in mano di chi potesse torcerle contro di lei. Se la Francia profonde nell'esercito e nella marineria più d'un milione al giorno, egli è perchè sa d'avere nemici molti e potenti.
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