Ora, i nemici suoi sono i nostri; noi siamo l'antiguardo del popolo francese.
Dovendo Carlo Alberto affacciarsi a Milano come conquistatore in fatto, e come campione del popolo in apparenza, era in necessità d'affastellare in uno l'ossequio e la libertà : le cose cadenti e le nascenti : la croce del feudo di Savoia e il tricolore del popolo d'Italia(4). Doveva prestare in Torino alla fazione servile un'orditura ch'ella no poteva compiere da sè medesima in Milano; e intanto doveva illudere di superbi pensieri i giovani; dar loro a credere che all'ombra dell'esercito regio l'Italia potesse d'un atto levarsi, e assidersi poderosa fra le nazioni; fargli prendere a sdegno l'amistà della republica e anco il nome. Infine doveva, al modo di Luigi Filippo, comprare con le cupidigie e le vanaglorie i capi del popolo: o al modo gesuitico, metterli in voce d'uomini esorbitanti e strani, finchè maturasse l'ora d'opprimerli.
Tuttociò s'andava da lunga pezza maneggiando a Parigi, a Milano, a Firenze, a Roma; il re intitolava cavaliere ogni scrittore che lo lodasse; faceva offrire gradi e cariche tanto più inverecondamente quanto più alcuno gli era avverso; si era racconciato colli esuli italiani d'ogni setta e d'ogni terra, e con quei medesimi ch'egli aveva in altro tempo dannati al patibolo. Giovanni Berchet che aveva messo in canzone la viltà sua, diveniva suo raccomandatore ; e Gioberti deponeva la dignità di filosofo, per farsegli facendiero. Colla promessa d'una guerra vendicatrice dell'Italia, aveva il re dissipato da quelle anime infantilmente credule, o senilmente stanche, la religione della libertà e la memoria dei tradimenti e delle persecuzioni.
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