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      Una sì larga promessa, contratta senza determinare il numero dei soldati, senza necessità, senza ponderazione, anzi all'insaputa dei cittadini e senza facoltà sufficienti, dai municipali d'una città del regno, - poichè le provincie avevano ancora in quei giorni separati governi - fu la chiave di quella pubblica povertà d'un paese ricco, di quella fondamentale impotenza della Lombardia, che parve ai cittadini inesplicabile arcano, e più d'ogni altra cosa contribuì a disarmarli ed avvilirli.
      Senza qui mentovare le ingenti somme che vennero contribuite dai municipii e dai comuni, costò direttamente al tesoro quella promessa, in quattro mesi, più di 15 millioni di lire correnti. Ora, il nostro incasso ordinario essendo di 77 millioni incirca, non poteva ne suddetti quattro mesi riuscire se non da 25 a 26 millioni. Perlochè, difalcata la sussistenza dell'esercito piemontese, rimaneva una decina di millioni; e questa pure andava in gran parte a smarrirsi nelle spese di percezione. E così non v'era denaro nemmeno per le spese ordinarie di pace. E inoltre era ad aspettarsi che pel turbamento generale dei traffici e degli officii, inaridisse notabil porzione anco delle solite entrate; tanto più che il nemico depredava barbaramente la provincia di Mantova, e vi poneva ostacolo al commercio colla Venezia e coll'Adriatico onde viene parte dell'introito alla finanza.
     
      Solamente per l'interesse quadrimestre del Monte dello Stato necessitava poco meno di tre millioni. Il governo provisorio si era dunque reso impossibile il pagamento delli interessi.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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