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      L'ajuto delli Svizzeri, formalmente offerto al Casati, ebbe ripulsa.
      Proni e devoti al re, li uomini del governo provisorio non coltivarono le pratiche che si avevano in Tirolo, in Istria, in Dalmazia, in Ungaria; tutto fecero per isolarci, e sviare da noi quel favore che l'Europa libera doveva nutrire ben più per la nostra causa che non avesse già fatto per la causa greca; poichè l'Austria era odiosa e temuta a tutti; come inesorabile nemica d'ogni libertà e nazionalità. Che più? li avversarii del governo austriaco erano molti e frementi, anco in Vienna. E di tuttociò nessun sussidio si ritrasse per la nostra guerra.
      Abbiamo notato quali interessi consigliassero al nostro conquistatore di allontanare dal campo li ausiliarii italiani. L'amicizia della rimanente Italia non eragli più gradita che quella della Svizzera e della Francia. E il suo pensiero ebbe così felice adempimento , che il 19 giugno il suo generale poteva già scrivergli: "All'ora presente, noi siamo senza alleati. Tutti sono scomparsi dal campo di battaglia"(11).
      E il generale proseguiva: "I soccorsi che ci vengono annunciati dalla Lombardia, non potranno acquistare una certa importanza che fra tre o quattro mesi". Eppure vi erano parecchie migliaia di soldati ribelli all'Austria, e parecchie migliaia di congedati. E invece di richiamar questi, si sbandavano anche quelli, con meraviglia e molestia delle popolazioni, alle quali si dimandavano nello stesso tempo nuovi coscritti. Laonde, per la urgente guerra, i veterani non si volevano adoperare; e i coscritti non si potevano; e il paese intanto rimaneva disarmato.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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