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      Una pace di trentaquattro anni non era stata propizia alla pratica delle armi(20).
      Giova riferire quanto il ministro della guerra, generale Franzini, disse publicamente inanzi alla camera dei deputati intorno a sč medesimo e ai comandanti dei due corpi dell'esercito, Bava e Sonnaz. "Io feci al re per iscritto la rimostranza, che tutta la nostra esperienza sul campo di battaglia, per quanto a me, non constava che di tre anni, come luogotenente d'artiglieria a cavallo delle armate francesi. Per quanto al comandante del primo corpo d'armata, non constava che di due o tre anni del grado di capitano, abbandonato avendo l'armata francese all'etą d'anni 21. Quanto al comandante del secondo corpo d'armata, non constava che di due anni di servizio, come tenente nelli ussari d'onore. Sua Maestą, nella prima volta che mi vide, mi disse che l'Italia doveva far da sč; e che non accettava la proposta d'un maresciallo francese, ch'io proponeva come valente a raddoppiare il valore della sua armata."
      Nel lungo suo regno, il re aveva sempre trovato migliori quei generali che professavano opinioni pił stantie, e che reprimessero con gesuitica oculatezza ogni libero pensiero nei loro officiali. Nelle cittą, la polizia era commessa ai comandanti militari, era principalissima loro occupazione, e sommo titolo di merito. E perciņ l'esercito era piuttosto in governo di gendarmi che non uomini di guerra.
      Laonde conoscendo l'imperizia di quei generali ch'erano fatti secondo l'animo suo, non poteva fidar loro la minima libertą di movimento.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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