Il nemico, per effetto di questi malaugurati ritardi, aveva avuto campo di farsi forte"(25). "La strada era ingombra di carriaggi carichi di viveri per venire a incontrarci. Se i prìncipi fossero partiti almeno poco dopo l'ora prescritta, avremmo trovato l'esercito nemico in marcia e diviso"(26). "I viveri furono sempre la pietra di scontro ( vuol dire, d'inciampo) in tutte le nostre imprese. Non già che i magazzini ne fossero sproveduti. Per rimediare a così fatto disordine, credo cosa indispensabile l'organizzazione regolare d'un corpo incaricato del trasporto delli effetti dei reggimenti e dei loro viveri."(27).
E Dio lo voglia. Era ben necessario cacciare i barbari, come gridavano il conte Balbo, il marchese d'Azeglio e il general Durando; ma prima era necessario deporre le vanità, e imitare quelle istituzioni alle quali i barbari dovevano la strana potenza loro in mezzo a noi.
Dice il general Bava, che questo servizio dei viveri "era sconosciuto come li altri". Ebbene, fra codesti altri servigi sconosciuti pare vi fosse il sanitario: onde schifose infermità guastarono l'esercito, diradarono le file nei momenti supremi, contaminarono il paese. Si seppe già questo da una sguaiata circolare del generale Lechi (13 giugno), che invece di riparare il male insultava l'esercito.
E la colpa non era tanto dei medici, quanto dei generali, che tennero i soldati per più mesi a dormire sulla nuda terra e sotto il nudo cielo, senza che si spogliassero mai delle vestimenta; onde veniva quello squallore che faceva stupire i popoli(28). Ma vi è di peggio.
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