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      Ho creduto dover chiamare l'attenzione su questo primo incontro; perchè ognuno possa giudicare quanto difficile incarico essere non dovesse quello di condurre truppe in cui era difetto così visibile dei primi elementi dell'arte di combattere. - Alcuni colpi di fucile mi si fecero sentire. Accorsi senza indugio; e vidi fuggire in colonna tutto intero un battaglione. Spintomi inanzi per ben conoscere la cagione di quei colpi, potei convincermi ch'erasi dato adosso ad alcuni mugnai di quel dintorno, i quali scambiati si erano in nemici! Questo piccolo allarme si propagò subito al di là dell'Ollio; e tutto un reggimento di cavalleria, che tranquillamente ritornava, credendo d'essere attaccato in coda di colonna da numerosa cavalleria nemica, partì in carriera. Così venne a gettarsi lo spavento in tutte le popolazioni"(43). "Le nostre truppe erano in continuo orgasmo; nella notte, più accessibile alle vane paure, pareva loro di vedere dovunque il nemico: i colpi di fucile si facevano sentire ad ogni momento. Questi sussulti, questi allarmi che furono assai frequenti durante il soggiorno del re, furono più o meno continuati per tutta la campagna"(44).
      Qual dolorosa differenza tra queste scene di paura notturna che circondavano "il soggiorno del re" e il bellicoso tripudio del nostro popolo, che perseguita sui bastioni lo sconfitto nemico! Qual differenza tra chi combatte per obedienza al cenno altrui, e chi combatte per passione sua propria, per vendetta delle ingiustizie sofferte, per genio di libertà? Il nemico, avvezzo a dileguarsi alla vista dei cappelli calabresi, senza dubbio provò un gran ristoro alla prima vista delli spallini d'argento.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





Ollio