Conveniva infine munire i volontarii di denaro, di cappotti, di calzari, di pane; perchè il paese non è ricco, e non si doveva porsi a carico delli amici. Ma i generali del re, assentendo di mal animo all'impresa perchè non la intendevano, cominciarono a ritenere alla loro avanguardia le colonne Thannberg, di Torres, di Griffini, la Mantovana, la Pavese, e altre; e ridussero la spedizione a due mila volontarii, senza regolari, senza cavalli, senza cannoni(49), senza polvere, senza pane, senza abito e calzatura da guerra; e ciò quando il primo impeto di marzo era già passato, e le forze nemiche da duecento uomini s'erano accresciute a quattromila con cannoni e cavalli; e perciò in quel popolo era rinato il timore.
Tuttavia, quando al 10 d'aprile passarono il confine, sopra il lago d'Idro, furono bene accolti. "In Tione ergevasi l'arbore della libertà col vessillo tricolore, e creavasi un governo provisorio"(50). Alla sera del 13 si entrava nel forte castello di Sténico; il 14, si giungeva alle Sarche. "I nostri, dopo i primi colpi, spingevansi colla baionetta all'assalto del ponte, e in pochi minuti lo passavano vittoriosi; conquistavano in seguito, casa per casa, il paese delle Sarche, costringendo il nemico a rinserrarsi nel castello di Toblino. Non prevalendo il consiglio di assalire il castello la sera stessa, essendo noi privi d'artiglieria, la notte passavasi nel far barricate intorno, e nel tagliare i ponti che conducono a Trento e Riva. Alla mattina del 15 arrivava ai nemici rinforzo da Trento.
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