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      Al punto in cui stavano le cose, non era più possibile l'arrestarci, nè rimaneva che operare audacemente, e spingersi sempre avanti"(63).
      Così alla brigata Aosta toccò il glorioso quanto arduo officio di sostener sola l'impeto delle forze nemiche, non lungi dal cimitero ch'era alla nostra destra, occupato gagliardamente dall'avversario. Col battaglione dei cacciatori Guardie, mi resi padrone alla sinistra della Pellegrina, fortemente tenuta dal nemico. Ritornai quindi presso la brigata Guardie, intorno alla quale, nonchè a quella d'Aosta, avevano assai faticato e si adoperavano tutti li officiali del mio stato maggiore, onde fermare la mossa retrograda di qualche battaglione che fuggiva. Era circa un'ora pomeridiana, quando mi venne fatto di chiaramente distinguere l'attacco a destra di S. Lucia, eseguito da una parte della seconda divisione. Fatta battere la carica, in un subito fu assalito e conquistato il villaggio, d'onde prospettavasi Verona; ma nulla dava indizio del più piccolo movimento popolare nell'interno. E siccome si ebbe notizia che l'attacco di sinistra della terza divisione, a Croce Bianca, non era riuscito a buon termine, e che in ispecie il reggimento Savona si trovava in fuga, fu decisa la ritirata(64).
      In questo frattempo, un reggimento di Cuneo, lasciato a S. Lucia, respinse un vivo attacco. Fu allora che molti tiratori nemici riuscirono ad occupare inosservati alcune case avanti alle colonne della seconda divisione, che sorprese dall'attacco inatteso si diedero a fuggire, non valendo a rattenerle li sforzi e le preghiere delli officiali che si opponevano.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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