Il governo provisorio aveva narrato, che l'attacco di Vicenza non poteva esser fatto se non coll'intento di coprire la ritirata del nemico verso la Piave e la Germania; poichè davvero s'imaginava d'averlo messo alla disperazione co' suoi registri. Narrando poi freddamente l'avvenuta ruina, aggiungeva che il re, non avendo per allora giudicato di salvare Vicenza, ben presto però prenderebbe Verona, anzi anche tutto il rimanente(76).
Vantarono i regii, a compenso del grave danno, l'incruento abbandono che il nemico aveva fatto del colle di Rivoli; e allora, dicevano ch'era stato per paura e viltà sua. Al presente dicono ch'egli era perchè non fosse prezzo dell'opera contrastarlo. "Lo splendido nome di Rivoli; dice il generale, fu famoso all'esercito d'Italia, perchè allora era il solo sbocco per l'austriaco; ma oggi quel nome era per noi senza alcuna importanza"(77). E poteva ben aggiungere, come il fatto dimostrò poi, che padrone il nemico del Tirolo e di Verona, poteva farsi di Rivoli una insidia, da prendere i nostri soldati tra il monte, l'Adige e il lago.
Carlo Alberto aveva lasciato spaziare a beneplacito il nemico, anzichè vigilarlo, e sovrastargli assiduamente; e se avesse accennato d'assalir Verona, lo avrebbe forse richiamato a difendere il nido; e sviata almeno in parte la procella di Vicenza. "L'arrivo nostro sull'Adige, confessò il ministro della guerra nella camera dei deputati, non avrebbe potuto a meno di produrre l'effetto di liberare Durando, perchè avrebbe richiamato Radetzki sull'Adige". Forse tentando almeno in qualunque luogo il passo dell'Adige, si sarebbe costretto il nemico a raccogliersi, e a dissolvere il cerchio che aveva teso intorno a Vicenza, e lasciare una qualche uscita a Durando; sicchè almeno non fosse costretto a ritrarsi dalla guerra con tutti i combattenti Vicentini e Pontificii.
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