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      Il momento era supremo; era mestieri che il centro salvasse Valleggio e Volta per riannodarsi a Visconti e Sonnaz. Ma vi furono due ostacoli; l'uno che il re, incerto de' suoi pensieri, tenne a mezza giornata un consiglio di guerra che durò cinque ore; l'altro che la brigata Aosta, la quale era primamente destinata a difender Valleggio, e poscia a ricuperarlo, si trovava già sul matino "estremamente stanca, venendo essa fin da Castellaro (al di là di Mantova), dopo una marcia di tutta la notte; e stava ancora a Mozzecanne; i viveri appena giungevano; ed importava inoltre evitare le ore calde, che nel giorno prima avevano cagionato la morte di molti soldati"(82).
      Non badando a questo, il re volle far operare subito e isolatamente le altre tre brigate che teneva presso Villafranca. E non già per ricuperare Valleggio e rannodarsi, e acquistar tempo all'arrivo del rimanente esercito; ma per riprendere le antiche sue posizioni di Somma Campagna, che pel momento, e dopo la ritirata di Sonnaz, nulla importavano. La brigata Guardie si diresse a sinistra, e occupò Monte Torre; quindi Cuneo in mezzo, prese Cà del Sole; e Piemonte, a destra, potè allora impadronirsi del castello di Somma Campagna. Si combattè da tre ore fino a notte; il nemico raccogliendosi dietro i colli; lasciò prigionieri due mila uomini con quarantotto officiali e una bandiera. Sul terreno pareva una vittoria, sulla carta era un precipizio.
      Al mattino del 25 , si volle continuare il movimento e discendere dai colli verso il Mincio.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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