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      I generali, in quattro mesi di tempo, e principalmente dopo l'incursione del Daspre a Mèdole, dovevano pensare a simili casi; e consultare i periti del paese, e preordinare la difesa con movimenti d'aque e di terre, e mine e batterie ai ponti, e adunate di popolo armato sotto capi militari, e qualche polso di truppe stanziali. Ma se un uomo savio avesse mai detto, una settimana inanzi, che giovava fare anche qualche provedimento pel possibile caso d'una sconfitta, avrebbe mostrato di non fidare ciecamente nella spada d'Italia, e sarebbesi gridato settario dell'Austria. Così tutto quell'edificio diroccò, perchè posto sovra malvagio fondamento d'imprevidenza, d'arroganza e di soperchieria.
      Nè vale parimenti l'asserire che la giacitura del fiume, nella sua parte bassa e navigabile e quasi parallela al Po, esponesse così facilmente i difensori ad essere intercettati nella parte superiore. Poichè per raggiungere questa parte superiore, cioè Pontevico e Chiari, il nemico doveva prima attraversare tutta la provincia di Brescia, lasciarsi alle spalle Peschiera e Brescia medesima, ovvero forzarle; il che non avrebbe fatto senza tempo e sangue. Brescia ha mura e un castello, e quarantamila abitanti, e i colli intorno sarebbero stati difesi, come altre volte, dai valorosi suoi valligiani, e questa volta anche dai volontarii ch'erano da lungo tempo in quei monti. E in quei medesimi giorni, oltreciò, la trovai difesa da cinquemila uomini e diecisette cannoni, appieno tranquilla, quando il nemico era già in Cremona e in Lodi.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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