Ma siffatti impedimenti si consideravano dai generali del re, sempre e solamente, per non andare inanzi; e non mai per tenere indietro il nemico. Nè mai pensarono in alcun caso a imitare ciò che il nemico aveva fatto in quattro giorni di lavoro, dopo il combattimento di Curtatone, per chiudere loro quell'identica via di Cremona. Nè infine considerarono mai la micidiale persecuzione che avrebbe fatta ai nemici il popolo, se una mano fedele, con ordine premeditato, l'avesse diretto a stancheggiarli, isolarli, e tribolarli d'ogni parte.
Come mai si osa affermare che una battaglia per difendere Milano sarebbe stata sans antécédent militaire? Tutta la pianura intorno a Milano, da Mantova sin oltre Alessandria, è una serie di campi di battaglia. Quivi sono le vestigia di Napoleone, di Souvaroff, di Joubert, d'Eugenio di Savoia, del re Francesco, di Baiardo, di Trivulzio, di Gaston de Foix, di Prospero Colonna, di Francesco Sforza, di Barbarossa, di Carlomagno, e perfino d'Ottone e Vitellio, d'Annibale e Scipione, di Marcello e Viridomaro. - Milano si difese contro i Romani; contro i Goti; vinse a Legnano i Tedeschi di Federico I; a Cassano i Saraceni di Federico II; a Parabiago la cavalleria francese; a Bicocca la fanteria svizzera. Marignano, Pavia e Lodi sono nomi noti a tutti i popoli. - Non sappiamo se in un officiale sia peggio ignorare l'istoria dell'arte sua, o negarla.
Insomma nulla era perduto per la causa nazionale, perchè si fosse perduto il monte di Rivoli o il poggio di Volta.
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