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      Attestò infatti Pietro Molossi, capo del magistrato d'annona e uomo integerrimo, che v'erano a notizia sua 4500 sacchi di riso, 12400 di frumento e farina, 6500 di grano turco, vino per tre mesi, altre derrate per tempo assai maggiore. Imagazzini di viveri erano muniti chi per 20 giorni, chi per 30; e da ultimo il timore delle nemiche rapine fece entrare in città tanti generi.e oltre alle solite masse del fieno di maggio per l'intera annata, altro in gran copia vi era entrato in quei giorni, perché il Comitato levò la gabella. Inoltre molte famiglie, già deliberate a sostenere un 'assedio, s'erano raccolte in casa quanto bastasse per loro, e alcuni anche per li improvidi congiunti e amici. Infine era impossibile che il nemico potesseavvolgere tosto in efficace blocco una città sì vasta, in un terreno frastagliato da tante piantagioni, tanti canali, al cospetto di un esercito che aveva sei reggimenti di Cavalleria, e fra tanto popolo armato, senza esporre i suoi posti ad essere da fronte e da tergo, e tagliati a pezzi. Quanto alle munizioni da guerra, senza comprendere ciò che l'esercito aveva seco, e ciò che poteva aver tosto dalla vicina Alessandria, tutti i quartieri delle guardie Nazionali, i quali erano più di venti, erano provisti a dovizia. Ho testimonianza scritta che per quelle solamente del Duomo, v'erano in Campo santo 135 barili di polvere, 12 casse di cartuccie e altre di capsule e accèndoli. 300 mila cartucce si erano distribuite ai cittadini nel giorno 3; 300 mila nei giorni precedenti; cinquecentomila erano in corte; 400.000 al ministerio della guerra; e inoltre v'erano in altri luoghi 9 mila di kilò di polvere da cannone, e 45 mila di polvere da fucile.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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