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      In fine molti privati si erano provisti largamente e di polvere forestiera e di quella della polveriera suburbana, che ne aveva messo in vendita per 4 continui mesi, 600 kilò al giorno. Si era costruito un nuovo molino nell'interno della città; tutte le spezierie s'erano converse in fabbriche di polvere e cotone fulmineo, come nei 5 giorni. S'intendeva di fare grandi mine. Si apprestavano inoltre ogni giorno 350.000 cartucce. Quanto al piombo, nei serrami delle case, nelle stamperie e in cento rami d'industria e di commercio, ne aveva la vasta e operosa città per parecchi milioni. Accadde poi che alcuni barili di polvere, ch'erano nell'armeria del genio, scoppiarono, con morte di molte persone. E quantunque la capitolazione fosse già fatta, i generali del re ne menarono gran rumore, come se non vi fosse più polvere in città. Il che fece dire a molti che fosse opera loro(89).
      Non ommisi per parte mia di suggerire vari provvedimenti, che mi fo' lecito di accennare, perchè potrebbero forse giovare in altro tempo e luogo. Raccomandai che all'arrivo del nemico si ostruissero intorno alla città tutte le aque correnti, che si facesse una cerchia di fango(90); dal che si avrebbe ostacolo materiale al libero giro delle artiglierie; confusione di molte strade colle linee dei canali; separazione dei corpi che intraprendessero il blocco; guasto inevitabile dei cavalli; impossibilità in siffatta stagione a quelle genti settentrionali di rimanervi anche solo pochi giorni, se non esponendosi a rapida distruzione.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315