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      Cependant c'est à travers ces mêmes chemins que l'ennemi vaincu avait sauvé la sienne. Aussitôt après la bataille on aurait donc pu couper la retraite aux Autrichiens, et par le moyen d'émissaires instruire les habitants de Vérone, où Radetzki n'avait laissé qu'une faible garnison ". (Ferrero, p. 61).
      (74) V. la risposta del ministro della guerra Franzini al deputato Brofferio nella seduta del 4 luglio.
      (75) In uno scritto di Valentino Pasini, inserto nell'opuscolo: Les derniers événements de Milan. Paris, Dumanine, 1849, trovo intorno ai fatti dei volontarii, nel Veneto i seguanti passi, dei quali non fui intempo a giovarmi nella mia narrazione:
      Pugnarono l'8 e il 9 maggio a Molinette e Cornuda; e benché fossero per la prima volta al foco, e assaliti da forza maggiore, e il durando, per ragioni che qui non cerchiamo, non li avesse soccorsi, e fossere privi d'artiglieria, fecero eroica resistenza. Ritirati poscia a Treviso, respinsero con quelle guardie nazionali più assalti. Deluso quivi il nemico, e vedendo abbandonato dal Durandoil passo della Brenta a Fontanaviva, si mosse con 18600 uomini e 35 cannoni; e giunse, un'ora dopo mezzodì del 20 maggio, a Vicenza; la quale munita solo di barricate, resisté sette ore. Consta che fu difesa da duemila volontarii romani, colle guardie nazionali della città e un centinaio di Lombardi; in tutto da 3000 a 3500 combattenti.
      Radetzki, rimproverato acerbamente il generale che si fosse lasciato respingere da un pugno di volontarii e da una città aperta, lo rimandò, dandogli artiglieria grossa e tre o quattromila tirolesi.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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