Così con 20 mila soldati e 42 cannoni, sorprese Vicenza a mezzantte del 22. I Croati, che conoscevano il luogo, circuirono non visti la prima barricata; ma non ebbero altro vantaggio. Si si bombardò terribilmente fino alle nove del mattino. E' vero che il Durando era venuto il 21 con 5 mila uomini, per metà Svizzeri e metà regolari Romani; e che lo stesso giorno era giunto da Venezia Antonini con cinque o sei cento uomini, e che li Svizzeri e i carabinieri Romani fecero arditi assalti di baionetta ai Croati; e l'artiglieria regolare fece il suo dovere. Ma ciò non toglie che i volontarii abbiano difeso la città verso Verona colla stessa intrepidezza come tre giorni prima verso Treviso.
Dopo la battaglia di Goito del 30 maggio, il generalissimo austriaco passò l'Adige a Legnago con 40 mila uomini, sostò a Montagnana per accertarsi se l'esercito piemontese fosse ritornato alle stazioni di Valleggio; poi assalì Vicenza non solo verso Verona e Treviso ma eziandìo da mezzodì. Aveva imparato a sue spese, che i volontarii supplivano coll'ardimento al numero ed all'arte; e divisò esser meglio impadronirsi dei colli a mezzodì della città; perché poteva quinci sconquassarla, senza che i fucili dei volontarii potessero colpire la sua gente colassù. Il Durando poi, anziché interrompere la strada accessibile all'artiglieria che sale sul dorso dei colli, fu contento a collocarvi alcuni cannoni e li Svizzeri; insomma, lasciò che li Austriaci mettessero le artiglierie al medesimo livello. Non mi fo giudice dei divisamenti di quel generale; certo è però che i nemmici dovettero a questa circostanza la vittoria.
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