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      Niebuhr, nel derivare il pòpolo toscano dalle Alpi, non osservò che i monti, su cui la lega etrusca pose le sue mura suntuose (jugis insedit etruscis, Virg.), hanno mediocre altezza, e i loro continui gioghi fanno quasi un'alta via tra valle e valle. Al contrario i nostri monti prealpini hanno cime alte, fredde, inabitàbili, che divìdono le terre e non le collègano; e le valli appartate, anguste, non consèntono grandi aggregazioni di pòpoli, e molto meno in tempi senz'agricultura e commercio. Non sono questi i luoghi ove le menti potèvano avvicinarsi e scaldarsi, e inventar leggi senza esempio e arti senza modello, così lungi dal mare e dalle vie degli altri pòpoli civili. Se anche fosse vero che gli Etruschi fòssero venuti dai nostri monti, il che non è avvalorato da monumento alcuno, nè dall'aspetto e dall'ìndole dei pòpoli, nè dal testimonio delle lingue, ancora sarebbe solo una materiale derivazione dei corpi, e non delle idèe, delle leggi, della società; ossìa di ciò appunto che giova sapere.
      Ma da qualunque punto si fosse mossa, codesta lega anseàtica dell'evo antico teneva tutti i punti dell'Italia e delle ìsole, e involgeva co' suoi commercj, co' suoi riti, col suo diritto delle genti le tribù aborìgene, in tempi anteriori all'era ìtalo-greca. Anzi pare che intraprendesse grandi òpere alle foci del Po, e costruisse i primi àrgini sulle sue rive.
     
     
      X.
     
      La civiltà era dunque surta per noi tremila anni sono, fra il commercio dei Liguri, deli Umbri, dei Pelasghi, degli Etruschi.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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