- Cčsare aveva atterrato l'imperio dei Drųidi, disperse le caldaje insanguinate e le fanātiche sacerdotesse; le sacre selve dell'ėsola di Man, ov'era il gran collegio, fųrono incendiate da Paulino. Le colonie romane intorno al Reno, Cōira, Costanza, Augusta, Basilča, Strasburgo, Spira, Vormazia, Magonza, Trčveri, Aquisgrana, e quella che per eccellenza si chiamō Colonia e divenne poi la madre delle cittā anseātiche, fųrono le fondamenta al tutto itāliche di quella nuova Germania, che dopo la linea del Reno s'inoltrō successivamente a quelle dell'Elba e dell'Oder e della Vėstula, apportando a quei pōpoli la vita della civiltā, e il retaggio dell'intelligenza, non bramato nč conosciuto dai loro padri. I canali di Druso e di Corbulone insegnārono ai Bātavi come crearsi una terra fra le acque del mare. - Allora l'Insubria, che nell'era etrusca era la favolosa frontiera del mondo civile, si trovō co' suoi laghi e i suoi fiumi su la gran via delle nazioni, potč stčndere i suoi commercj alle Isole Britānniche e all'Egitto, a Cādice e al Mar Nero.
I Romani risuscitārono il principio etrusco, dičdero ai municipj un'autoritā su le campagne; le famiglie opulente non vėssero pių in solitarj casali, ma in cittā piene di commercj e di studj. "Quanta sia la bontā di quella regione si puō giudicare dalla frequenza degli abitatori, e dalla ampiezza e opulenza delle cittā; nelle quali cose i Romani di quelle parti sovrāstano a tutti gli Italiani" (Strab.). Troviamo ancora nelle lāpidi di quel tempo, i nomi delle famiglie insųbriche, scritti con romano costume; Albucio figlio di Vindillo, Banuca figlia di Magėaco, Surica di Dunone, vestigia d'un passato che si va dileguando.
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