Così, dopo che la fiscalità bizantina aveva annientato ogni umana libertà e dignità, quei lacci venìvano rotti dall'opposto principio d'un ferino egoismo, che sprezzava ogni vestigio di civile convivenza, e riduceva tutti i doveri dell'uomo a un patto di preda fra un capitano e i suoi compagni.
XVII.
Ma in quelle città disfatte stava il germe d'una nuova e più ìntima associazione, che nel nome d'un solo Dio e nella parola d'un solo libro aspirava a ricongiùngere tutte le nazioni d'Europa. Quando l'antico patriziato fu estinto, e fu tronca la tradizione dei riti familiari, confiscata la terra sacra, gettato alla fornace il bronzo dei simulacri e il marmo dei templi, sola rimase fra quella spaventèvole dissoluzione la società dei Cristiani, che in Occidente era pìccola e oscura, e ristretta a pochi borghesi, forse di patria orientale e i più di greco nome. L'antica sapienza civile in mezzo a tanta miseria pùblica doveva smarrirsi; non poteva più dire come nel mondo vi fosse un principio regolatore delle umane cose. Ma nella contemplazione d'un òrdine sovrumano, le sventure divenìvano prove e occasioni di virtù; e un'intera vita d'indegno dolore diveniva parte e condizione d'un'immortale esistenza. Si dièdero intieramente a questi pensieri tutti i più fèrvidi intelletti. Milano, sede imperiale, e fino all'arrivo d'Attila meno mìsera delle altre città d'Italia, albergava Augustino nativo dell'Africa, e Ambrosio nativo delle Gallie; i quali, e per dottrina, e per nome, e per virtù, appena si accostàrono alla società dei Cristiani, ne divènnero i più autorèvoli capi.
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