XIX.
Molti dìssero che i Romani ammolliti dovèvano coll'innesto dei bàrbari rifòndersi a nuova virilità. Ma quando vènnero i bàrbari, nessuno poteva più dire d'esser Romano; ogni lusso era estinto, e la gente indurita al disagio. E la forza militare d'un pòpolo non risiede nei mùscoli, ma nel consenso, nelle tradizioni, nella disciplina; al che la presenza dei bàrbari nulla giovava, essendochè la milizia rimaneva privilegio dei pochi, e i molti non potèvano dunque agguerrirsi. E i Goti fuggiaschi inanzi alla ferocia degli Unni, divènnero àrbitri dei nostri destini, perchè la legge bizantina faceva privilegio di stranieri la milizia, onde non si sapeva più come un uomo potesse divenire un soldato. I Goti, padroni dell'Italia e delle cento sue fortezze, non sèppero conservarla, e in sessant'anni il loro nome era estinto; in Gallia soggiàcquero ai Franchi; in Ispagna fugìrono inanzi agli Arabi, e perdèttero ogni cosa in un giorno. - I Longobardi entràrono chiamati: e tuttavìa non èbbero mai forza d'occupar le marine, e di superare le nascenti difese di Venezia e le mura inermi di Roma; e il loro dominio che cominciò col cranio di Cunimundo, ebbe fine con una mìsera scena di viltà.
Oltralpe i duchi prèsero nome dai pòpoli o dalle vaste terre; ma i capitani longobardi s'intitolàrono dalle città; duchi di Spoleto, di Verona, di Brescia; il che fa crèdere che vivèssero entro le mura urbane; soggiorno che doveva ammansare il costume, e contribuiva, come le sedi episcopali, a conservare importanza ai municipj.
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