E questi sulle nostre pianure èrano così vicini che appena v'era alcun luogo, che a distanza di quìndici miglia non avesse una città; e perciò gli òrdini feudali non si radicàrono così assoluti, come là dove le popolazioni rimanèvano senza moderatori o testimonj della loro oppressione.
Dopo Carlomagno, le famiglie longobarde fùrono guardate con sospetto; e il predominio passò nel sacerdozio, che, oltre al potere dell'opinione, acquistò quello d'una possidenza, di cui nessuna legge limitava l'incremento. I conti e i capitani dei Carolingi, o con voci moderne, i delegati provinciali e i commissarj distrettuali, dopo l'editto di Kiersy divènnero ereditarj; e verso il novecento, l'abuso vincolava alle famiglie anche i beneficj ecclesiastici, sotto colore di patronato. In mezzo a questi due òrdini di nuovi proprietarj, le discendenze longobarde smarrìvano il nome e i possessi; e dopo il secolo XI è raro vedere nei documenti chi dichiari di vìvere con quella legge. Nelle diete che si celebràrono sotto i Carolingi, la maggioranza era dei conti e dei vèscovi, e presiedeva il vèscovo di Milano.
L'imperio romano si era sciolto per la cessazione dei tributi e l'occupazione delle terre fatta dalle milizie federate. L'imperio carolino non si stabilì veramente mai, perchè non potè instituire stàbili finanze. Cominciò con un'invasione per sè transitoria, che distrusse un regno senza fondarne un altro; ma la Chiesa adottò e perpetuò gli effetti dell'invasione, valèndosi dell'imperatore eletto e coronato, come d'un capo della sua milizia; onde fu quello veramente, come sonava il suo nome, un Imperio Sacro.
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