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      Inesperti degli assedj, nella barbàrica loro inettezza fècero un ridutto di legnami di fronte ad ogni porta della città, stàndovi a campo tre anni, e aspettando che la penuria domasse i sediziosi; ma Lanzone corse in Germania a invocare presso l'imperatore il soccorso delle leggi; onde già si palesava quella verità così perpetua nelle istorie, che gli interessi naturali del principato e dei pòpoli sono in concorde opposizione alla licenza feudale. - Irritato il pòpolo dall'ostilità non paterna d'Ariberto, passò di ragionamento in ragionamento; volle che le famiglie prelatizie, le quali nel loro seno eleggèvano il vèscovo, rendèssero conto dei beni sacri che possedèvano per eredità e simonìa; chiamò concubine le mogli dei beneficiati; li strappò dagli altari; li espulse dalla città; l'omicidio e l'incendio si spàrsero di villa in villa; Arialdo Alciato e i fratelli Cotta versàrono il sangue in nome della chiesa; Ildebrando gli ànimava da Roma al combattimento. - La contessa Matilde, la doviziosa erede dei Longobardi di Toscana, divenne ardente nemica dell'ordine feudale; le sue vaste donazioni ai Benedettini nella valle del Po divènnero asilo di schiavi fuggiaschi, che ristaurati gli avanzi degli àrgini etruschi e romani, le mutàrono in ubertose possessioni. Così dissipato il patrimonio feudale, cresciute di popolazione e di ricchezza, e redente dai patrizj le terre della chiesa, cominciò quella gran mutazione dei servi in lìberi contadini, che per otto sècoli si estese in Europa.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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