E si rinserrava tenebroso e torvo nel suo castello di Porta Giovia, ad aspettare che quella pompa di teatro, quella fedeltà di sediziosi trapassasse; e rimanesse la sola terrìbile realtà della spada e della scure nella sua mano. Ma le famiglie riportàvano nelle interne case rinovata la memoria d'obedire alla forza e non al diritto; e l'inusitata pompa la improntava indelebilmente nelle ànime dei loro figli. - Tutte dunque le nostre istorie, così sotto i Cèsari come sotto i Duchi, e le due calamitose decadenze che seguìrono, sono prove solenni che tra la forza e il diritto s'interpone un insuperàbile abisso.
XXXI.
Alla morte di Filippo, alcune famiglie vòllero creare d'improviso una repùblica sìmile alla vèneta; ma èrano senza milizie nazionali, e i conduttieri di Filippo le invòlsero in mille tradimenti. Nè un governo municipale d'una sola città poteva trar seco le altre; e Venezia, che pur lo doveva, troppo tardi prese a strìngerle in lega. Tuttavìa per più di due anni si sostenne qualche sembianza di stato popolare; non senza qualche prova di virtù. Vigèvano, una delle più industri città del ducato, fece una valorosa resistenza a Francesco Sforza; si vìdero le donne prèndere sulle mura le armi dei caduti, combàttere anch'esse; uno stuolo d'assalitori, nel discèndere per le ruine entro la città, scivolò sul pendìo del terreno lùbrico di sangue, e stramazzò alla rinfusa; parve quello un prodigio; parve che un'arcana mano li fermasse; s'arretràrono tutti esterrefatti. Bastò quel respiro a salvar la città, ch'ebbe il tempo d'arrèndersi, e scansare gli orrori del saccheggio.
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