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      Abbiamo preso le aque dagli alvei profondi dei fiumi e dagli avvallamenti palustri, e le abbiamo diffuse sulle ŕride lande. La metŕ della nostra pianura, piů di quattro mila chilňmetri, č dotata d'irrigazione; e vi si dirama per canali artefatti un volume d'aqua che si valuta a piů di trenta milioni di metri cůbici ogni giorno. Una parte del piano, per arte ch'č tutta nostra, verdeggia anche nel verno, quando all'intorno ogni cosa č neve e gelo. Le terre piů uliginose sono mutate in risaje; onde, sotto la stessa latitůdine della Vandča, della Svězzera, della Tŕuride, abbiamo stabilito una coltivazione indiana.
      Le aque sotterranee, tratte per arte alla luce del sole, e condutte sui sottoposti piani, poi raccolte di nuovo e diffuse sovra campi piů bassi, scňrrono a diversi livelli con calcolate velocitŕ, s'incňntrano, si sorpŕssano a ponte-canale, si sottopŕssano a sifone, s'intrčcciano in mille modi. Nello spazio di soli duecento passi, presso Genivolta, la strada da Bčrgamo a Cremona incontra trčdici aquedutti, e li accavalca coi Trčdici Ponti. - Alla condutta di queste aque presiede un principio di diritto, tutto proprio del nostro paese, pel quale tutte le terre sono tenute a prestarsi questo vicendčvole passaggio, senza intervento di prěncipe, o decreto d'espropriazione. Non č questo un věncolo che infranga il sacro diritto di proprietŕ; ma un'ůtile aggiunta al diritto, per rčndere piů fruttěfera ogni proprietŕ senza eccezione.
      Gli ůltimi scoli di tutte codeste aque sono muniti ai loro sbocchi di chiuse, che arrčstano il rigorgo dei tůrgidi fiumi.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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