Come nascono in seno ai popoli le scienze? V'è una Psicologia delle scienze?
Tale è l'argumento ch'io propongo non tanto a me medesimo quanto a chiunque ha fede che questi oscuri studii possano aspirare con tutti li altri e come li altri ad un graduale progresso, per potere esser poi ministri di pratico progresso ai popoli.
Signori, le ricerche della Psicologia non sono vano pascolo di menti oziose. Il principio psicologico della sostituzione reciproca dei sensi ha insegnato ai nostri padri un'arte ignota al mondo antico, ha insegnato l'educazione ragionata dei ciechi nati e dei sordi muti. Or v'è nelle nazioni un ordine, cento e cento volte più numeroso, di ciechi nati ai quali la luce del vero non è luce, - un ordine, cento e cento volte più numeroso, di sordi muti ai quali la voce del vero percuote indarno li orecchi. Ma mentre in altri tempi le scienze furono giurate al silenzio, celate misticamente al vulgo profano, ora lo spirito del secolo vuole che diventino libero patrimonio di tutti i popoli. I propagatori delle scienze devono dunque investigare per quali modi il massimo numero delle menti possa venire eccitato e sussidiato a intraprendere tutto quell'ulteriore lavoro mentale che supera i limiti dell'infimo senso commune.
2. Mi pare evidente anzi tutto che gli elementi della questione sono a ricercarsi nella natura umana e non nelle esteriori e materiali condizioni dei popoli.
Nel secolo scorso, per autorità principalmente di Montesquieu e di Herder, si attribuì somma influenza ai climi nella genesi della civiltà e perciò anche della dottrina.
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