Poche specie di piante, la più parte neglette e inosservate a lui perché inutili a' pochi suoi bisogni; pochi animali; una riva di fiume, o di lago; gli antri e i tugurii che ricettano la nuda tribù; le vestigia dei nemici o il loro terribil grido. Quando noi pensiamo alle selve primeve, la nostra imaginazione può affollar quasi in un punto tutte le più varie e molteplici apparenze. Ma non è così. Ogni terra ha un aspetto suo; climi piovosi o aridi; le vaste arene dell'Australia o le vaste paludi dell'Orenoco; òasi sparse di palmizii; o alpi uniformemente annegrite dagli abeti; praterie su cui regna tale o tal famiglia d'erbe, con aspetto nuovo e grato a chi arriva, uniforme e tedioso a chi rimane. Nella nostra patria, più di cinquecento specie vegetanti, un quinto incirca delle piante fiorifere, appartengono alle due sole famiglie delle graminee e delle composite, le più delle quali si possono appena fra loro con attentissimo studio discernere.
Ma il regno della sensazione scientifica abbraccia tutte le terre e tutti i mari; i vulcani e i ghiacciai, le pianure e i monti, gli arcipelaghi dispersi nell'Oceano e il deserto senz'aque. Li animali delle varie zone e dei singoli continenti, il camelo e il renne, l'elefante e il cangaroo passano a rassegna inanzi a lui, vivono nelle sue stalle o nei suoi serragli; stanno ordinati ne' suoi musei, disegnati e coloriti sulle pareti delle sue case. Qual Samoiedo vide mai le piante o li animali o li uomini della Nigrizia? Il selvaggio può veder solo le cose della sua patria; la sensazione scientifica abbraccia tutta la terra.
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