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      Č questo un ordine nuovo di sensazioni che la scienza crea a sč stessa.
      E li apparati elettrici sono come nuovi sensi; poiché con essi possiamo apprender fenomeni che sfuggono a quei sensi che abbiamo da natura; possiamo entrare in commercio con poteri della cui presenza nell'universo il selvaggio non ha percezione. Č lecito imaginare che come da natura ebbimo un senso che avverte le vibrazioni luminose e un senso che avverte le ondulazioni sonore, cosė avremmo potuto nascer muniti d'altro organo che indicasse come fa la bussola le oscillazioni magnetiche. Forse č qualche interno sensorio di tal fatta che dirige certe specie di rosicanti nelle loro migrazioni dal levante al ponente della Siberia. Ebbene chi ci diede a scorta l'ago calamitato tra le nebbie dei mari, tra il polverio del deserto, tra i labirinti delle miniere, chi tese un telegrafo elettrico dall'uno all'altro declivio d'una montagna, dall'uno all'altro lido d'un mare ci fornė dunque un equivalente ad un nuovo senso, utile e reale quanto i sensi della vista e dell'udito. Nulla poi rileva all'effetto se sia un organo corporalmente inserto nel nostro encefalo, o se i nuovi fenomeni rappresentandosi nello spazio colle vibrazioni d'un ago o d'un manubrio si traducano nel senso della vista. Per esso la mente nostra venne iniziata a un ordine d'idee che la vista per sč non poteva donarci, e che pių delli altri s'interna negli arcani dell'universo.
      Le poche sensazioni del selvaggio sono sterili all'intelligenza, perché vaghe, incerte, incommensurabili.


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Psicologia delle menti associate
di Carlo Cattaneo
pagine 74

   





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