Il selvaggio non può paragonare il calor di due estati, il gelo di due inverni. Noi sì, col mezzo degli strumenti, precisiamo quanto varia il freddo da neve a neve, quanto varia l'ardore da fornace a fornace. Noi sappiamo a quale calore precisamente si liquefà il piombo, a quale il ferro, quante calorie devonsi accumulare in una stagione per addurre a maturanza un grappolo d'uva. L'apparato di Melloni accusa l'aggiunta infinitesima di calore che ci apporta una persona che si affaccia all'opposta estremità d'una camera. Fin qui vediamo moltiplicarsi sotto la mano della scienza i fenomeni della sensazione; ma tuttavia ciascuno di essi rimane oggetto d'una percezione individuale. Or bene, vi sono fenomeni che un individuo solo non potrebbe mai percepire nella loro pienezza, nemmeno col ministerio degli strumenti, se non vi si associano i sensi di molti. Li uomini che videro il ritorno della cometa di Halley non sono più quelli che ne osservarono, settantacinque anni prima, l'altro arrivo. Per determinare lo spazio su cui vibra un terremoto, bisogna che più uomini si avvertano fra loro d'averne percepito la scossa ai limiti estremi. Li osservatori che sparsi in diverse stazioni esplorano la tensione magnetica del globo sono come le parti d'un commune sensorio delle nazioni pensanti.
Signori, lo splendido imperio della sensazione non è nei sensi dei selvaggi; esso è nella scienza esperimentale, cinta di tutti i suoi mirabili strumenti, accampata sulle mobili cupole degli osservatorii.
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Melloni Halley
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