La passione predomina all'intelletto; l'idea non germina se non in quanto la passione la cova. Il primo sistema, nel punto medesimo in cui scaturisce dall'io, è già un sistema sociale.
Con questo principio, di sentimento e non di ragione, di mera associazione d'idee e non di lavoro riflessivo, l'uomo spiega a sè stesso, tutti i fenomeni dei quali si cura e dei quali si accorge; tutti li altri restano ripulsi dal suo sistema. Io lo chiamo un sistema chiuso. Un sistema, non turbato da estrania influenza, potrebbe restar chiuso in eterno. E vaglia il vero; dopo migliaja d'anni dacché cominciò sul globo l'epoca dell'uomo, vi sono ancora oggidì tribù dell'Australia e dell'America equinoziale, che non hanno ancora trovato i numeri per contar le dita d'una mano. Molti popoli sono periti senza uscire dalla prima barbarie.
Questa filosofia del selvaggio interpreta la natura per mezzo della volontà; perché la volontà è un principio affine all'istinto e del quale anche la vita selvaggia è conscia a sè. Ogni cosa che si move appar cosa viva; l'animale, la pianta stessa appajono trasformazioni dell'uomo. Nella morale d'Esopo li animali sentono e pensano come li uomini. E dove la favola d'Esopo può valer di morale; la metempsicosi può divenire la teologia.
Dico può divenire; ma quando? E come? Qual è l'occasione che può svolgere nell'intelletto barbaro questo o qualsiasi altro nuovo corso di pensieri? Qual è il principio intorno a cui può costituirsi un nuovo sistema?
Il principio è ancora il sentimento.
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