Presso le più misere tribù, vi è sempre negli individui o nelle famiglie qualche grado maggiore di forza o di coraggio o di sagacia, o anche solo d'ambizione e di ferocità. V'è dunque alcuno che guida quando li altri camminano, che riposa quando li altri vegliano, che giudica quando li altri contendono, che riceve una più larga parte della caccia e della preda. La sua vita meno aspra può adagiarsi alquanto, può comprendere anche ciò che non interessa solo la fame e la sete. Il suo io, conscio di quei barbari onori e di quei barbari poteri, concepisce già l'idea d'un ordine di cui sente d'esser principio in seno alla sua tribù; ed attribuisce un simile ordine anche alle volontà che crede regnanti in seno alla natura.
In questo nuovo uomo che si sovrapone alla società, i sensi meno assediati dal bisogno lasciano un più largo respiro alla imaginazione. L'imaginazione riempie tutti li spazii che la sensazione non preoccupa. La fantasia compie sempre i sistemi; anche nelle età più tarde essa fornisce le ipotesi che spesso fanno funzione di principio. Il disco del sole e della luna eccitò nella mente una vaga idea di volto umano; la pittrice fantasia lo compì; tracciò vagamente due corpi, l'uno virile, l'altro femineo; ecco il sole e la luna fratello e sorella; tutti i casi della barbara tribù si tradussero negli astri; l'eclissi parve una lutta mortale con qualche mostro invisibile; quando la luna non risplendeva, fu creduta discendere in terra, costretta da voce potente o da furtivo amore.
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